"Ci imponiamo di non aspettarci niente, ma nel cuore in realtà la speranza non si spegne mai."

domenica 31 luglio 2011

Hai paura del buio?

Sono morta fra le tue braccia e perso il mio respiro ho continuato a vivere del tuo.
La banalità è per noi l'unica cosa immorale e lasciamo che la notte ci nasconda sotto il suo manto nero-blu.
Ti giri intorno con aria sospetta, hai paura del buio? pensi che perdendo la capacità di vedere poi potresti perdere anche te stesso?  Non preoccuparti posso essere i tuoi occhi, posso guidarti io.
Lo sai, il buio conosce noi ma noi in esso spesso non ci riconosciamo, qui le ombre si confondono, danzano e si fanno beffe dell'ignoto. Ricorda che dove c'è ombra c'è anche luce.
Il sonno ti prende e non riesci a ribellarti solo l'alba fà risorgere i tuoi occhi sul mio volto. Allora sorrido e anche tu sorridi ma vorrei sapere cosa dicono quei sospiri che mi  fai.

Stringi forte la mia gracilità senza spezzarmi, facilmente cado in pezzi riducendomi in piccoli frammenti di niente.
Mia musa, sogno che vorrei vivere ogni notte, resta aggrovigliato nel mio petto che io ora abbraccio il tuo pensiero e non lo lascio andare.

venerdì 29 luglio 2011

Siamo rimasti solo voce.

Come la ninfa Eco, che a furia di consumarsi, per passione, finì col rimanere voce... eco di voce, eco della sua voce.
Non abbiamo più peso, né corpo, né vita, siamo soltanto voce.
La voce che si spande nei canali della quantità, la voce rinchiusa, asserragliata a spurgare, incarcerata. La voce dai motel, la voce rimasta impigliata nella rete dei telefoni, delle strade, dei binari.
Siamo rimasti Voce, senza più corpo, sul bordo della nostra gioventù, sull’orlo di come sarebbe dovuta andare. La voce delle serenate, che ci echeggiano nelle orecchie, e non ci lasciano in pace.
Puniti dalla troppa passione, ci si è portati al punto di rimanere fermi davanti ai bivi.
Allora ci è voluto il ritiro, l’impresa e l’epopea.
La voce è diventata la nostra divinità, il nostro nume.
Essa soltanto ci tutela e conserva, ci riproduce, che ci ha infebbrato la vita, ingravidati, e solo la voce è rimasta per sgravare quella colica di immaginazione, quel mare grosso che ci ha sollevati fino a dove Dio si è fatto intravedere e poi ancora, ci ha annegati, ributtati dalla parte di sotto. La voce è la nostra barca, il nostro confine, quel che resta di noi, l’eco della nostra voce, rimbalzante per tutti gli spigoli dai quali ci siamo intravisti.
La voce, eco della visione.

-V. Capossela

giovedì 28 luglio 2011

una cosa importante...

Mi sembra quasi di non conoscerti, sono passati solo tre giorni dall'ultima volta che ti ho visto e due minuti dall'ultima volta che ti ho parlato eppure, e non è da me dirlo così spesso, mi manchi.

mercoledì 27 luglio 2011

Ascolta

Maledetta la mia incapacità di parlare. Il silenzio prevale su di me, lo dicono tutti. La verità è che non mi piace parlare, spiegare, fare confusione, interrompere il suono del mondo già abbastanza caotico da se. Preferisco ascoltare, preferisco essere come una culla da riempire di melodie, di parole nuove, di discorsi di ogni genere. Per questo potrei adorare la tua voce, i tuoi sussurri, la tua risata, il tuo cantare e anche il modo in cui stai in silenzio che è forse il rumore più intenso e pieno di parole che conosca. Per questo potrei amarti.

-Mamma ho un fischio nell'orecchio...
-Dimmi un numero
-Sette!
-Allora ti pensa qualcuno con la G
-Il fischio è scomparso...


sabato 23 luglio 2011

Black out

Dicevamo che se fosse stato il primo aprile ci saremmo presentati mano nella mano, come per scherzo, rivelando a tutti il nostro segreto. Ma questa è una cosa speciale e noi egoisticamente non ne facciamo parola con nessuno, il tesoro è tutto per noi, a cosa serve condividerlo? per rischiare che delle mani sporche lo sciupino?

Le gocce di pioggia cadevano copiose sulla macchina, ascoltavamo la musica del cielo, piccole stelle cadenti sul finestrino mi sembravano lacrime sulla pelle. Fuggendo dai fulmini per paura della forza di Zeus cercavo di infonderti un po di coraggio, alquanto paradossale che io cerchi di incoraggiare te.
La luce dell'alba sul mare ti ha reso reale, ti ha fatto apparire neve al sole, fiore che sboccia mostrando maestosità nel suo modo di essere semplice.
Prima la gioia e poi la paura, irrimediabilmente ciò che ci rende felici ci farà soffrire, crudele realtà umana. Sono spaventata, la neve si scioglie e i fiori appassiscono, è così per natura ed è incontrastabile. Ho paura, forse nella neve si nasconde una trappola, forse nel fiore un veleno. La paura mi impedisce di essere felice e di amare la bellezza.

Non voglio turbarti, non voglio scolorire l'arcobaleno solo perché in me ancora avanza la tempesta. Hai paura del temporale e io te lo terrò distante, non camminerai sotto questa pioggia che cade violentemente tenendomi per mano, lo farò da sola.
Perdonami, a volte ci sono black out nella mia testa e in questo buio neanche tu, raggio di sole, puoi entrare.

Ho visto tra le nuvole un aeroplano, quand'ero piccola il rumore che faceva quando lo sentivo passare mi faceva nascondere sotto le lenzuola, stasera invece mi fa sentire che ho un vuoto dentro e sento di non riuscire a colmarlo.
Le farfalle nello stomaco sono irrequiete come non mai ed io non riuscirò a dormire, forse starò a guardare l'orizzonte sperando di trovare quello che cerco, o meglio, sperando di trovare qualcosa da cercare.


giovedì 21 luglio 2011

If everybody in the world loved everybody in the world what a glorious world.

Il riflesso della luna sul mare, il chiarore sul viso e la luce nell'iride, le onde che si infrangono sulla battigia, la bandiera bianca in balia del forte vento, neanche una reflex sarebbe riuscita a catturare queste immagini così come lo hanno fatto i miei occhi. Il tuo profumo nuovo, le mani nei capelli, le mani nelle mani e dei sorrisi che non riuscivo a trattenere. Un giubbetto che non tiene abbastanza caldo ma si aiuta con un abbraccio e dei baci che non eran baci ma sussurri al cuore. La radio passa bella musica e ci canta anche : "Oh, kiss me beneath the milky twilight".

Quando qualcuno mi chiede cosa mi piace trovare nelle altre persone rispondo: deve avere dei bei occhi e deve sapermi cantare una canzone. Posso dire che per la prima volta l'ho trovato, questo è anche quello che ho trovato in te. Flash, ci sono ancora flash nei miei pensieri, scatti continui.
Così stanotte siamo stati "in a world of pure imagination", uno di quei posti che di giorno non c'è, sul confine tra la realtà e il sogno ma che posso giurare stavolta non è opera di Morfeo.

C'erano un ragazzo e una ragazza seduti di fronte al mare, lo sguardo fisso sull'orizzonte, scrutavano il cielo notturno ma non cercavano niente, persino le stelle avevano perso di importanza ora che potevano stare vicini.

martedì 19 luglio 2011

Mai ti si concede un desiderio senza che inoltre ti sia concesso il potere di farlo avverare.

Qual'è il peso delle parole? esiste un dosatore per non rischiare di sbagliare? No, non esiste e il pericolo che una parola si possa trasformare in un coltello affilato è inevitabile. Basta poco, basta un si o un no.

I miei pensieri sono fili della tela di un ragno che instancabilmente tesse ogni giorno, la mia libertà è un effimera bolla di sapone, la mia anima è sottile cristallo.
Ho incontrato te, tu che distruggi tutto quello che tocchi e hai rischiato di infrangere ogni cosa.
Ma ora sono più forte o forse solo più egoista, ora faccio ciò che voglio e non mi importa di tutto il resto. Guarderò il cielo senza pensarti, osserverò le stelle ogni notte e se una scia di luce solcherà i miei occhi esprimerò un nuovo desiderio.

Proprio come nelle nuvole immagino figure, ho l'abitudine di vedere negli altri cose che altre persone di solito non vedono. Perché se sono con te non vedo un corpo ma vedo un'anima, non percepisco la carne ma sento il calore. Continueranno a voler infangare quanto di cristallino questi occhi "diversi" vedono in te. Non badarci perché io farò lo stesso.
Ho bisogno di credere in qualcosa di buono, ho bisogno di una persona importante. Se vuoi puoi essere il mio raggio di sole, aprirò un foro nel muro che sempre costruisco per proteggermi e ti farò filtrare attraverso di esso, con te non avrò più paura del buio. Sii la mia compagnia, sii ciò che vuoi essere per me o sii semplicemente ciò che vuoi essere. Andiamo a guardarle insieme queste stelle, la terra sarà cielo e il cielo tappeto blu, noi angeli senza ali contempleremo inerti tanta immensità consapevoli che vivendo in questo mondo prima o poi si cade giù.


"Mai ti si concede un desiderio senza che inoltre ti sia concesso il potere di farlo avverare. Può darsi che tu debba faticare per questo, tuttavia." -R. Bach


Non si muore tutte le mattine.

Il mio cuore! È morto mille volte almeno, il mio cuore!
Ha vissuto addirittura morendo, covando la morte in sè, se l'è tenuta attaccata, ben stretta, senza distinguerla, ed è morto cento volte al giorno.
È la vita... ma è certo, non si muore tutte le mattine, si muore una volta sola.
V. Capossela;

The Last song I'm wasting on you


You're just so pretty in your pain


I found my way out

And you'll never hurt me again

lunedì 18 luglio 2011

L'amore è cieco e la follia sempre lo accompagna

Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini. Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la follia come sempre un po' folle propose: "giochiamo a nascondino!". L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese: "a nascondino? di che si tratta?" "é un gioco -spiegò la follia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete, quando avrò terminato di contare il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco". L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l'apatia, alla quale non interessava mai niente.... però non tutti vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi. Perché se poi tutti alla fine la scoprono? La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arricchirsi. "UNO,DUE,TRE..." -cominciò a contare la follia. La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sull'albero più alto. La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole. L'egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé. La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non e' vero, si nascose dietro l'arcobaleno!). La passione e il desiderio al centro dei vulcani. L'oblio....non mi ricordo...dove? Quando la follia arrivò a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poiché li trovava tutti occupati; finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.
"Un milione!" - contò la follia. E cominciò a cercare. La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe. Dopo tanto camminare, la follia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi. Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino. Solo l'amore non le appariva da nessuna parte. La follia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muovere i rami. Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'amore! La follia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida. Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore e' cieco e la follia sempre lo accompagna.