"Ci imponiamo di non aspettarci niente, ma nel cuore in realtà la speranza non si spegne mai."

venerdì 16 settembre 2011

Ecco, forse questo non ha senso.

Parliamo del cuore, del mio cuore. Il mio cuore come il mondo, all'inizio, era una Pangea. Non c'era distinzione fra terra e acque ma poi una serie di terremoti ha sconvolto questa situazione. La superficie è stata inondata da mari e oceani di lacrime, quell'unica terra si è divisa, squarciata, frammentata in qualcosa di irreparabile. Se c'è un atmosfera il buco dell'ozono in essa deve essere molto espanso in quanto non riesce più a proteggerlo, il mio cuore è un pianeta senza nessuno che lo difenda. Mi sono scoperta incapace di ciò, lui decide per se stesso non per me, ed io posso decidere ciò che è meglio per me ma non ciò che lo è per lui. Odio i battiti del mio cuore perché non posso controllarli, sono inaspettati e spesso inopportuni, mi fanno malissimo e vanno contro ogni logica. Il cuore non ha voce, non ha modo di parlare se non questo, non ha modo di farsi sentire se non quasi esplodendoti nel petto. E' impossibile che tu non ti accorga del suo urlo, ma lo senti solo tu e invece vorresti che lo sentisse chi ti sta difronte, vorresti che capisse ciò che a parole non sapresti spiegare e non riusciresti a dire. Il silenzio. Quanto sono difficili da spezzare certi silenzi e quanto sono incomprensibili, causano malumori e in me regnano sovrani.
L'ipocrisia?c'è ne tanta, troppa, e non la sopporto; la sincerità? la cerco ma spesso neanche io riesco a darne; le bugie? coltelli nella piaga; la fiducia? le fondamenta di qualsiasi rapporto, cemento armato capace di sgretolarsi in piccoli granelli come sabbia; il perdono? difficile, necessita di grande forza ma sono sicura della sua esistenza; l'amicizia? ha due facce come una medaglia, bisogna sapersela giocare ed essere fortunati; l'amore? ne parlo tanto ma non so ancora esprimermi con certezza al riguardo...
Quanto è strano sentirsi comparse nel film della propria vita o sentirsi come uno di quei protagonisti che non piacciono per le proprie idee, azioni, per le proprie scelte. Mi ritrovo persa e intrappolata in questa realtà, pochi amici, dei genitori troppo apprensivi che non mi capiscono e delle relazioni che un po' fanno male e un po' mi danno la forza per andare avanti.
Ho paura di dormire, il mio subconscio sta diventando paranoico e monotono. Faccio incubi sempre per la stessa cosa, niente più sogni, niente più fantasie amate, solo incubi terribili. A questo punto preferisco la realtà e immaginare ad occhi aperti, anche se la realtà riesce spesso a stupirmi superando qualsiasi mia aspettativa.
Una volta mi hai detto che in questo blog ci avresti volentieri preso casa, io ti farei stare ma devo avvertirti che qui è come un roseto: molto bello ma c'è da fare attenzione alle spine. Se sopporterai esse e le loro punture, se ti prenderai cura di queste rose e saprai aspettare la fioritura ammirandola ogni volta come la prima, se conserverai la stessa passione e gli stessi occhi, forse riuscirai a rimanere, io non ti manderò via.

Non c'è qualcosa da comprendere qui, non c'è da prendermi sul serio, io stessa mi dico cose a cui non credo. Dici che so scrivere ma, ecco, forse questo non ha senso.

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