"Ci imponiamo di non aspettarci niente, ma nel cuore in realtà la speranza non si spegne mai."

lunedì 2 luglio 2012

Senza Luna

Ciao, inizio spesso con ciao a scrivere questi giorni. Forse penso che qualcuno possa leggere quello che sto scrivendo, e soprattutto possa leggerlo mentre lo scrivo. Invece siamo io e te foglio bianco. Sai è dura averti qui davanti, così vuoto. Che tu sia di carta o sullo schermo del computer. Io che mi sento piena ho voglia di svuotarmi in te e quasi spero di riuscire a non rimanere niente. Ma non è possibile, non funziona. Per quanto mi sforzi di trasformare i miei pensieri in parole gli spazi non bastano, ma non gli spazi sul foglio, gli spazi nella mia testa. Non fanno uscire tutto e quello che fanno uscire lo fanno uscire male.

Provo a raccontarti qualcosa. Ho guardato la Luna, è successo ieri notte. Guardo spesso la Luna, anche se fa male. La osservo perché è mia, non nel senso che mi appartiene, ma nel senso che non posso stare senza di lei. Come due persone che si amano. Non si appartengono, nessun individuo può appartenere ad un altro, neanche un cane con il proprio padrone. Eppure così come due esseri che non possono vivere l’uno senza l’altro si affiancano e più che appartenersi finiscono per essere un’unica entità. Come me e la Luna. La osservo perché è triste e sola, anche se sembra circondata da stelle, ma esse sono in realtà a milioni e milioni di anni luce. Le odia. Le stanno intorno solo per farla sembrare egoista e troppo orgogliosa per mostrarsi felice. Invece i suoi crateri sono veri, sono vere le sue ferite, sono profonde le sue inquietudine. Non c’è un cerotto abbastanza grande da metterci su, non c’è pelle che possa cicatrizzare. Solo miliardi di piccoli granelli scintillanti che non ricordano neanche che forma avessero quando ancora erano uniti. Forse quella di un cuore.

Oh Luna, un pensiero ti riempie: se un giorno il Sole si spegnesse? Lei non ha luce propria e il meraviglioso candore che sprigiona la sua veste ogni sera è lucentezza riflessa. Tutto dipende dal Sole. E se il Sole non ci fosse? Se se ne andasse senza più tornare senza neanche avvertire? Lo so Luna, ti ha promesso che sarebbe rimasto al tuo fianco per l’eternità, ha fatto milioni di promesse, ma le promesse valgono meno di quelle nuvole che ogni tanto ti offuscano il volto e che con un soffio di vento corrono via. Le promesse come le nuvole sono belle ma effimere.

Lancio uno sguardo al cielo per controllare se sei tornato. Ho visto che c’è luce, è effettivamente giorno, ma tu che eri così grande e bello non ci sei. Non mi cerchi. Non posso farci niente se anche questa sarà una notte senza Luna. E’ normale. E’così. Senza di te.

venerdì 29 giugno 2012

Il teatro della notte

Stasera la dolce e fragile ballerina vestita di bianco argenteo è caduta, le luci sono calate sul sipario e si intravede solo un angolo del suo abito, ora macchiato di rosso. Sta sanguinando ma nessuno la aiuta, eppure era lei la protagonista della scena. Aspetta nel buio dalle sfumature blu che qualcuno gli tenda una mano onesta e forse questa volta non le basterà una mano. Questa volta le servirà anche un abbraccio, sarà necessario anche un grande cuore, le servirà qualcuno a cui non importi quante volte lei inciampi, lui sarà al suo fianco a rialzarla e sorreggerla. Se poi un giorno lei non avesse più le forze per continuare, se le gambe non le reggessero più, lui si sdraierebbe al suo fianco e insieme osserverebbero il cielo, magari alla ricerca di una stella cadente.

domenica 18 marzo 2012

White Soul

Seduta alla panchina della fermata degli autobus, come ogni giorno da ormai cinque anni. Capelli lunghi e castani che brillano come fili di rame al sole, lo stesso filo di rame che si raggomitola negli occhi marroni, grandi e pensierosi. A cosa pensa quella ragazza stretta nel suo giubbotto a scacchi con due buchi alle maniche per mettere i pollici? (Li ha fatti lei con un paio di forbici per coprire quelle mani grandi e bianche, sproporzionate rispetto ai polsi sottili e fragili)

C’è tanto nero in lei: la sciarpa avvolta al collo fin sotto le labbra cremisi e carnose, lo smalto alle unghie, il piercing all orecchio sinistro e, immancabile, la matita intorno agli occhi che le cola come se piangesse.

Tanto nero intorno a lei ma solo bianco nell’anima.

Bianco come la fredda neve che cancella del mondo ogni colore, bianco come le sempre differenti nuvole, bianco come la scia dell aereo a cui ha affidato i suoi sogni e come i petali della margherita che ha strappato alla ricerca di un: m’ama!, bianco come il vuoto.



Rainy Day

Capelli rame osserva la pioggia che tutti dicono stia cadendo mentre per lei sta volando.

Lei e i suoi punti di vista, le sue convinzioni, i suoi pensieri sempre opposti al resto delle persone che conosce. Non si sente compresa e annega le sue strambe fantasie con violenza, impedisce loro di respirare, di prendere vita.

Vorrebbe essere capace di mostrare quel suo mondo interiore, di proiettare il film che le scorre davanti agli occhi nel cielo sopra la sua testa, sopra la testa di colui che ama. Capelli rame, allora, costruisce un mosaico del suo mondo e i frammenti che lo compongono sono i disegni che lascia sul banco ogni giorno e ogni giorno vengono cancellati; le fotografie scattate confondendo il battito del proprio cuore con il “click” dell’obiettivo; le parole che scrive nel suo diario, a volte senza un senso, solo perché hanno un bel suono. Frammenti parte di un’infinito mosaico.

Capelli rame osserva la pioggia distorcere la percezione del mondo nel suo colore, nel suo rumore e nel suo profumo, desidera essa stessa diventare pioggia. Corre fino ad inzupparsi completamente i vestiti e le scarpe, ma con i capelli bagnati appiccicati al viso sorride, la pioggia vola verso il cielo e anche lei si sente leggera, sente che il suo mondo non è più solo dentro di lei.

lunedì 21 novembre 2011



Sò che non servono parole a commentare questa immagine.

giovedì 17 novembre 2011

Nuda sei semplice - Pablo Neruda


Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.

Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.

Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.

come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.

giovedì 10 novembre 2011

domenica 16 ottobre 2011

perché sei cosa bella...


E mentre scendono lacrime
e sento freddo senza averti qui,
e poi mi sento un po' strana e mi trema la mano,
mi manca l'aria se tu non sei qui.
e pensandoci bene sai,
questa canzone mi parla di te,
e come emozione mi stringe le vene
e ferma il sangue e sai perché?

Era bello mentre i nostri occhi piano si seguivano,
quasi intimiditi dallo specchio che temevano.
Era dolce il modo in cui piangevi quella sera,
ti avrei stretto forte forte e sai che non si poteva.
E sarò libera di poterti dire
e sarò sempre amore magico,
sarà poter volare senza mai cadere
e prenderti per mano e convincerti a soffrire,
perché ogni cosa bella ti fa sempre stare male.
E poi baciarti ogni notte
proprio come le zanzare,
e cercare le tue mani sempre
quando nasce il sole...
e dimostrarti che per niente al mondo ti farei soffrire
perché tu sei cosa bella e non meriti del male.

Ed è bello che ora i nostri occhi sembra che si cercano
non han più paura dello specchio che temevano.
Eri dolce la prima sera in macchina al parcheggio
e ti ho stretto forte forte ed è lì che si poteva.

E sarò libera di poterti dire
e sarà sempre amore magico,
sarà poter volare senza mai cadere
e prenderti per mano
e convincerti a soffrire,
perché ogni cosa bella ti fa sempre stare male.
E poi baciarti ogni notte
proprio come le zanzare,
e cercare le tue mani sempre
quando nasce il sole..
e dimostrarti che per niente al mondo
ti farei soffrire
perché sei cosa bella
e non meriti del male.
E poi baciarti ogni notte
proprio come le zanzare,
e cercare le tue mani sempre
quando nasce il sole..
e dimostrarti che per niente al mondo
ti farei soffrire
perché sei cosa bella
e non meriti del male.

Ed è bello che ora i nostri occhi quasi si somigliano,
non han più paura dello specchio che vedevano.
Eri dolce mentre mi baciavi ieri sera,
io ti tengo stretto forte,
lo farò una vita intera.



mercoledì 12 ottobre 2011

Solo i coraggiosi riescono ad amare.

Per amare ci vuole coraggio, il coraggio di dire quello che sei, quello che mai sarai. Il coraggio di fare quello che sai, quello che mai saprai. Il coraggio di mostrare la tua parte più vera, la tua parte più sincera. Il coraggio di aspettare che tutto passi, che il tempo passi. Il coraggio di vedere solo con i tuoi occhi, mai con quelli altrui. Il coraggio di voler amare, nonostante tutto, nonostante tutti.
Per amare ci vuole coraggio. Ed io soldato senza armatura, combatto, mi ferisco e muoio, contro di te mio amore che ora sei il più forte, perché puoi decidere, perché puoi dire, ma anche non dirmi mai, perché puoi farmi aspettare, perché puoi far finta di niente, anche se tutto sai... Ma domani non sarà così, quando non mi vedrai più, non ti cercherò più, non mi sentirai più, perché solo i coraggiosi riescono ad amare, ed anche se perdono non perdono mai. Mentre tutti gli altri passano la vita a trovare il coraggio per non innamorarsi credendo di vincere, ma in realtà.. non vincono mai.

-O.Casini

La nostra è una relazione economica:

non sperperiamo soldi ma non risparmiamo sull'amore. Non ci regaleremo diamanti, ma quello che ci possiamo regalare noi nessun altro può: solo tu hai i miei baci e solo io ho i tuoi.

sabato 1 ottobre 2011

Il filo rosso.

Da molto ci siamo incontrati ma scontrati no. Prima siamo dovuti inciampare su qualche sbaglio, rimanere al buio stesi a terra sentendoci dissolvere, come cadaveri restavano i nostri corpi evanescenti. Tentanto di evadere da questa sorte, le nostre mani si sono cercate e hanno scoperto di poter combaciare, come ingranaggi di una meravigliosa macchina di sogni e desideri. Dal gomitolo rosso è stato tagliato un lungo filo. Il filo che ci unisce. Esso è fragile e spesso si è spezzato, ma abbiamo avuto forza e anche se le mani tremavano siamo corsi a ripararlo. Le due estremità lacerate tornano insieme e ad ogni nodo il filo si accorcia, più il nodo è saldo più il filo diventa corto e maggiormente diminuisce la distanza che ci divide. Dobbiamo solo resistere, avere il coraggio e la voglia di raggiustare ciò che si danneggia, non per renderlo uguale a prima ma per renderlo migliore. Ci ritroveremo l'uno di fronte l'altro a contemplare la profondità dei nostri occhi che fluiscono gli uni negli altri come un fiume nel mare, così che se la corrente diventa impetuosa a causa della tempesta, gli zigomi si bagnano e le nostre guance diventano paludi di lacrime bisognose del calore di un bacio. C'è energia nei nostri baci, nelle mie labbra che scivolano sulle tue. Si catturano, si fanno compagnia, si mostrano deboli ma si amano assolvendosi da ogni peccato.
Non ci accorgiamo che la sabbia nella clessidra scorre velocemente e vittime del tempo infame ci ritroviamo, all'improvviso, già in attesa delle nostre anime divise.

venerdì 16 settembre 2011

Noi siamo dei ladri, siamo abili a rubarci il tempo.

Perdonami perché ho preso i tuoi secondi, i tuoi minuti e i tuoi giorni. Perdonami perché ho preso tutto senza chiedere.

Ecco, forse questo non ha senso.

Parliamo del cuore, del mio cuore. Il mio cuore come il mondo, all'inizio, era una Pangea. Non c'era distinzione fra terra e acque ma poi una serie di terremoti ha sconvolto questa situazione. La superficie è stata inondata da mari e oceani di lacrime, quell'unica terra si è divisa, squarciata, frammentata in qualcosa di irreparabile. Se c'è un atmosfera il buco dell'ozono in essa deve essere molto espanso in quanto non riesce più a proteggerlo, il mio cuore è un pianeta senza nessuno che lo difenda. Mi sono scoperta incapace di ciò, lui decide per se stesso non per me, ed io posso decidere ciò che è meglio per me ma non ciò che lo è per lui. Odio i battiti del mio cuore perché non posso controllarli, sono inaspettati e spesso inopportuni, mi fanno malissimo e vanno contro ogni logica. Il cuore non ha voce, non ha modo di parlare se non questo, non ha modo di farsi sentire se non quasi esplodendoti nel petto. E' impossibile che tu non ti accorga del suo urlo, ma lo senti solo tu e invece vorresti che lo sentisse chi ti sta difronte, vorresti che capisse ciò che a parole non sapresti spiegare e non riusciresti a dire. Il silenzio. Quanto sono difficili da spezzare certi silenzi e quanto sono incomprensibili, causano malumori e in me regnano sovrani.
L'ipocrisia?c'è ne tanta, troppa, e non la sopporto; la sincerità? la cerco ma spesso neanche io riesco a darne; le bugie? coltelli nella piaga; la fiducia? le fondamenta di qualsiasi rapporto, cemento armato capace di sgretolarsi in piccoli granelli come sabbia; il perdono? difficile, necessita di grande forza ma sono sicura della sua esistenza; l'amicizia? ha due facce come una medaglia, bisogna sapersela giocare ed essere fortunati; l'amore? ne parlo tanto ma non so ancora esprimermi con certezza al riguardo...
Quanto è strano sentirsi comparse nel film della propria vita o sentirsi come uno di quei protagonisti che non piacciono per le proprie idee, azioni, per le proprie scelte. Mi ritrovo persa e intrappolata in questa realtà, pochi amici, dei genitori troppo apprensivi che non mi capiscono e delle relazioni che un po' fanno male e un po' mi danno la forza per andare avanti.
Ho paura di dormire, il mio subconscio sta diventando paranoico e monotono. Faccio incubi sempre per la stessa cosa, niente più sogni, niente più fantasie amate, solo incubi terribili. A questo punto preferisco la realtà e immaginare ad occhi aperti, anche se la realtà riesce spesso a stupirmi superando qualsiasi mia aspettativa.
Una volta mi hai detto che in questo blog ci avresti volentieri preso casa, io ti farei stare ma devo avvertirti che qui è come un roseto: molto bello ma c'è da fare attenzione alle spine. Se sopporterai esse e le loro punture, se ti prenderai cura di queste rose e saprai aspettare la fioritura ammirandola ogni volta come la prima, se conserverai la stessa passione e gli stessi occhi, forse riuscirai a rimanere, io non ti manderò via.

Non c'è qualcosa da comprendere qui, non c'è da prendermi sul serio, io stessa mi dico cose a cui non credo. Dici che so scrivere ma, ecco, forse questo non ha senso.

martedì 6 settembre 2011

Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire
questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."


-Mahatma Gandhi